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Consulenze Manfredi, de Magistris: "Federico II obbligata a pubblicare tutti i dati"
Nel 2023 il sindaco di Napoli ha patteggiato con la Corte dei conti la restituzione di oltre 200mila euro per collaborazioni avute durante il suo Rettorato
Una ventina di giorni circa. Questo il tempo che la Federico II ha a disposizione per rendere pubbliche le collaborazioni che Gaetano Manfredi, ex rettore dell'Ateneo e oggi sindaco di Napoli, ha attivato con soggetti pubblici e privati. Consulenze che a fine 2023 gli sono valse un procedimento della Corte dei Conti con accusa di danno erariale e un patteggiamento con il quale il primo cittadino ha restituito all'Università 210mila euro dei compensi ricevuti su un totale di 763mila euro. Secondo la Corte, quegli incarichi erano incompatibili con la figura di rettore.
All'indomani della sentenza, tre consiglieri municipali, Giuseppe Renato De Stasio, Thomas Adolf Straus e Carmine Stabile, chiesero alla Federico II di conoscere quali fossero i soggetti con cui Manfredi aveva intrattenuto rapporti lavorativi e se fosse stato avviato un procedimento disciplinare a suo carico. L'Ateneo ha risposto sostenendo che le informazioni richieste erano coperte da privacy e che nessun procedimento è mai avviato. Da qui, l'esposto al Tar dei tre consiglieri municipali.
La risposta del Tribunale è giunta l'8 maggio: "Il Tar accoglie il ricorso per motivi aggiunti e, per l’effetto, ordina all’Università resistente di fornire ai ricorrenti, entro il termine di trenta giorni dalla data di comunicazione in via amministrativa della presente sentenza, le informazioni di cui alla lett. c) dell’istanza d’accesso". La Federico II, quindi dovrà rendere pubbliche le consulenze e le collaborazioni dell'ex rettore. Tra i più duri sul tema c'è sicuramente l'ex sindaco Luigi de Magistris il quale, anche in previsione di una sua possibile ricandidatura al Comune di Napoli, ha attaccato Manfredi senza mezzi termini.
De Magistris, perché è importante la sentenza del Tar?
È importante per la trasparenza della città, visto che parliamo di chi oggi è sindaco della città. È indicativo che sia stato necessario ricorrere al Tribunale amministrativo per avere risposte dall'Università Federico II che, inizialmente, si è trincerata dietro il silenzio con la motivazione della privacy. Siamo tutti quanti curiosi di sapere l'elenco preciso delle consulenze che hanno portato a un indebito arricchimento da parte di Gaetano Manfredi 760mila euro. Indebito perché la Corte dei Conti ha chiuso un procedimento per danno erariale, con un patteggiamento di 210mila euro. Quindi, 500mila euro sono rimasti nel suo portafogli. La Corte ha riconosciuto che erano consulenze che Manfredi non poteva fare in quanto professore universitario che aveva un incarico pubblico.
Dove potrebbe nascere il conflitto di interessi?
A parte il fatto che un profilo di danno erariale non è una medaglia. È un fatto, secondo me, almeno per come vedo io la questione morale, molto grave. Può accadere che queste consulenze, soprattutto se date da soggetti privati, possano creare delle situazioni di conflitto sia quando ricopriva il ruolo di rettore, che di ministro, e, ancora di più, nel ruolo di sindaco. Questo perché possono essere soggetti privati con cui le amministrazioni pubbliche potrebbero avere rapporti di interesse.
Come valuta la posizione dell'Università?
È molto curioso che non sia stato fatto il procedimento disciplinare, ancora più curioso ovviamente è che il procedimento disciplinare doveva essere fatto da un ente di cui Manfredi è stato rettore. Quindi c'è un interesse pubblico a capire perché non è stato fatto. Ora capiremo se esiste un fascicolo disciplinare o se non è stato mai nemmeno aperto. Questo lo capiremo dopo la risposta dell'università. Non credo che non rispondano nei 30 giorni prefissati. Poi vedremo se la risposta sarà esaustiva o sarà una risposta un'altra volta nebulosa, non in linea con quello che ha ordinato il Tar. Io reputo che un'università pubblica così prestigiosa e importante come la Federico II ottemperi all'ordine che ha dato il Tribunale.
Lei è critico anche sull'arrivo della Coppa America in città?
Credo che il fatto che sia stata scelta Napoli è un fatto estremamente positivo, che ci riempie di orgoglio. Sono stato il primo che ho intuito la portata dell'evento nel 2012, quando Napoli non era la città attrattiva che è oggi. Era una città dalla quale erano non solo scomparsi tutti gli eventi internazionali, sportivi e culturali, ma era una città dove nessuno voleva investire. Quindi so bene la fatica che c'è voluta. Io credo che la Coppa America abbia scelto Napoli per quello che ha rappresentato in questi anni, cioè il duro lavoro di una città, una città che si è rimboccata le maniche, che è diventata attrattiva. Oggi, però, trovo grave che a fronte di una notizia bella si approfitta di tutto questo per fare un'operazione collaterale che è tutta in danno alla città. Cioè quello di dire che la bonifica di Bagnoli, così come era stata prevista e finanziata, con la rimozione della colmata, viene cancellata da un accordo Comune-Governo. Ci stanno lavorando da mesi, tanto è vero che a maggio del 2024 è stato approvato un decreto legge nel quale si è passato dalla rimozione della colmata alla mera messa in sicurezza e adesso si approfitta di un evento internazionale importante per dire che la bonifica non si fa più, intesa come operazione che garantisce davvero il diritto alla salute e il diritto all'ambiente. Si elimina anche il progetto di riqualificazione di Bagnoli e si va a realizzare una piccola Dubai nel cuore di Napoli. In questa operazione, si abbandonano centinaia di famiglie che vivono in quella zona e viene il legittimo sospetto che c'è proprio una strategia finalizzata anche a svuotare il nucleo storico di Bagnoli.
Il commento di Gaetano Manfredi
La redazione di NapoliToday ha chiesto allo staff del sindaco Gaetano Manfredi se ci fosse la volontà di commentare la vicenda e, in particolare, il pronunciamento del Tar. Nel dettaglio, all'entourage del primo cittadino il nostro giornale ha chiesto se fosse preoccupato e se ci fossero consulenze che rappresentano un conflitto di interessi per i ruoli pubblici che ha ricoperto in passato (rettore e ministro) o che ricopre tutt’ora (sindaco di Napoli). Abbiamo ricevuto una risposta scritta che riportiamo: "No, nessuna".